Le cellule dendritiche mature, giunte al linfonodo, richiamate da chemochine, devono a questo punto esplicare la loro principale funzione: presentare il patogeno ai linfociti T-naive che non sono mai venuti in contatto con l’antigene e quindi sono difficili da attivare. Non basta infatti il solo riconoscimento dell'Antigene presentato dalle APC (Antigen Presenting Cell), ma occorre un secondo segnale, dato dall'interazione di un ulteriore recettore espresso dalle cellule T ( CD28 ) con CD80 e CD81(molecole co-stimolatorie). Tra l'altro CD28 è espresso solo da cellule T naive mentre è perduto nelle cellule memoria. A questo punto la cellula T naive che incontra il peptide è attivata; occorrono molte ore (30-40). Occorre in realtà un accumulo di segnali. L'attivazione della T comporta un aumento di volume e l'espressione ex-novo di molecole di superficie, tra cui ad es. recettore per la transferrina (non espresso da quelle non attivate) e i recettori per IL2 ( IL2R); questi sono espressi ex-novo in seguito ad attivazione di cellule T, ma la Thelper quando è attivata ha come funzione principale quella di produrre citochine, che chiamamo linfochine. Fra queste IL2 è necessaria e sufficiente per indurre proliferazione dei T attivati. Quindi IL2 agirà :
- con meccanismo autocrino: la stessa cellula che la produce risponderà ad essa
- con meccanismo paracrino: potrà dare segnali ad altre cellule: T citotossici e linfociti B .
Si capisce facilmente come il fenomeno per cui solo le T attivate esprimano recettore per IL2, permette di evitare che proliferino in modo indiscriminato tutte le cellule T che passano per il linfonodo. Questa è la base logica per la quale la risposta specifica tende a mantenersi clonale o meglio oligoclonale, limitata cioè a quel clone o meglio quei cloni (in realtà più d'uno, perchè vari peptidi provengono da un patogeno).