Deriva da un arbusto che è L’Eritroxylo coca presente sulle pendici delle Ande (origine: Sud America). La popolazione ne fa un uso cospicuo soprattutto masticando le foglie. È il capostipite degli anestetici locali.
MECCANISMO D’AZIONE: inibizione della ricaptazione di monoamine (Dopamina e Noradrenalina e volendo anche Serotonina) liberate dalle terminazioni monoaminergiche. L’euforia è principalmente a livello dopaminergico per aumento di Dopamina nell’Accumbens.
È un alcaloide estratto dalle foglie di coca che ne contengono l’1% oltre ad altre sostanze. Viene masticata dagli indigeni andini per euforia contro la fatica, la fame e il sonno. Viene estratta dalle foglie di coca macerate con la formazione di una polvere biancastra detta anche neve. L’abuso avviene prevalentemente per via endonasale (viene fiutata) ma si può utilizzare anche per via endovenosa. Estraendo la base (cocaina cloridrato) in soluzione alcalina con solvente si forma il crack che è molto liposolubile e può venire somministrata. L’uso terapeutico è obsoleto.
FARMACOCINETICA:
- assorbimento: via nasale, via polmonare, via endovenosa
- distribuzione: passa bene la BEE
- metabolismo: esterasi e ha un’emivita di 40 min.
- escrezione: per via renale viene escreta il 10% di cocaina mentre il restante 90% sono metaboliti tra cui, siccome le esterasi tagliano la base, si forma la Benzoilecgonina dosabile fino a 7 giorni dopo l’assunzione.
Essendo un anestetico locale, blocca i canali del Na voltaggio-dip, motivo per cui nell’intossicazione da cocaina si somministra un neurolettico. Inoltre inibisce la ricaptazione di Dopamina (euforia), Noradrenalina (attivazione simpatica, problema di tossicità in acuto e in cronico) e Serotonina.
SINTOMI:
- euforia: labilità affettiva, accresciuta performance cognitiva e motoria, ipervigilanza, anoressia e insonnia
- disforia: caratterizzato da tristezza, malinconia, apatia, difficoltà di attenzione e di concentrazione, anoressia e disturbi del sonno (carenza di trasmissione dopaminergica e serotoninergica)
- paranoia: caratterizzato da sospettosità, paranoia, allucinazioni e insonnia
- psicosi: caratterizzato da anedonia (perchè i recettori dopaminergici vanno in tolleranza e si down-regolano), allucinazioni, comportamento stereotipato, ideazione paranoide, insonnia, perdita di controllo degli impulsi, disorientamento.
L’uso dovrebbe essere occasionale. Il soggetto è tossicomane come se ci fosse una predisposizione genetica nel 15% dei soggetti a fare un uso compulsivo della sostanza. Questo uso compulsivo conduce alle cosiddette “binges”, abbuffate durante le quali il soggetto non si alimenta, non dorme, diviene sempre meno euforico, più disforico, agitato ed aggressivo. Le binges durano 2-3giorni e si interrompono con il crollo psicofisico del soggetto che piomba in uno stato di torpore-apatia o per l’insorgenza di uno stato psicotico vero e proprio.
Le Amfetamine e la cocaina stimolano i sistemi noradrenergici e dopaminergici aumentando:
- la vigilanza
- la motilità
- i riflessi
- la sicurezza
- l’umore
- l’aggressività
- la libido
e diminuendo:
- la fame
- la fatica
- il sonno
L’intensità degli effetti sono dose dipendenti e la qualità degli effetti dipende dallo stato individuale, dall’ambiente fisico e sociale.
Al termine dell’effetto si avrà:
- astenia
- adinamia
- depressione
- ipersonnia
- bulimia
EFFETTI INDESIDERATI:
- a livello del SNC: eccesso di iperstimolazione e quindi nervosismo, irritabilità, agitazione, comportamenti violenti, panico, allucinazione, anoressia, insonnia,..
- a livello cardiaco: a livello simpatico tachicardia, ipertensione, alterazioni della termoregolazione, aritmie, collasso, infarto, emorragie,..
- altri: rabdomiolisi, disturbi GI, neurolesioni, eccesso di attività e quindi incidenti ad es. negli sportivi
TOSSICITA’ ACUTA E CRONICA
Può essere per
- massiva stimolazione simpatica con effetti α e β adrenergici: aritmie di vario tipo e grado ma anche ischemia per aumentato consumo di ossigeno e ridotto flusso coronarico. Si può giungere fino all’infarto per spasmi sia coronarici che in altri distretti (polmone, cervello,..). crisi ipertensive per vasocostrizione simpatica, perforazione del setto nasale nell’assunzione per via nasale (sono aumentati gli interventi di rinoplastica per questo motivo), ipertensione ed edema polmonare associati ad una sindrome detta “polmone da crack” con sintomi simil-polmonite (dolore toracico, difficoltà respiratoria, iperpiresia). L’uso cronico della cocaina può infine portare, diminuendo le scorte di DA, a iperprolattinemia con ginecomastia, galattorrea, amenorrea. La libido è diminuita con riduzione della performance sessuale, impotenza nell’uomo e anorgasmia nella donna (ricorda che non nell’intossicazione la performance sessuale migliora con l’assunzione di cocaina, uno dei motivi per cui è così tanto abusata).
- Disturbi psichici e quadri psicotici: alterata trasmissione dopaminergica (attivazione in acuto e carenza nel cronico). La cocaina è anche agente epilettogeno (anestetico locale, sensibilità al blocco di canali del sodio voltaggoi-dipendenti di piccole fibre gabaergiche)
Per quanto riguarda l’uso compulsivo della cocaina: nei ratti usati nelle sperimentazioni è possibile dimostrare, esponendoli alla libera assunzione di sostanze di abuso, che circa il 15% dei soggetti è particolarmente vulnerabile, vale a dire tende a diventare facilmente dipendente dalla sostanza e vuole continuare ad assumerla. Quindi alcuni autori sostengono che c’è un genotipo che associato ad una lunga esposizione alla sostanza da origine ad una compulsione “inflessibile”.
DIPENDENZA: vi sono vari tentativi sperimentali, non applicati in clinica, per onvviare all'inefficacia delle terapie farmacologiche:
- Hanno provato ad introdurre degli anticorpi leganti la cocaina per tentare un’immunizzazione.
- Hanno provato a fornire degli anticorpi catalitici in grado di aumentare l’attività delle esterasi che idrolizzano la cocaina e la inattivano.
- Hanno provato a iniettare una colinesterasi plasmatica.
La riduzione degli effetti non s’è dimostrata sostanziale.