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giovedì 25 luglio 2013


I fibromi uterini

Sono i  tumori benigni che si riscontrano con maggiore frequenza nella patologia ginecologica. L’età di maggiore incidenza, è fra i 40 ed i 50 anni ma tutte le età possono essere interessate.
Eziologia:
• Fattori Genetici : le donne con un familiare di primo grado affetto, hanno un rischio di 2.2 volte superiore di sviluppare un fibroma. Tale rischio sale a 3.7 se vi sono più familiari affetti.
• Iperstrogenismo: favorirebbe l’insorgenza e lo sviluppo dei fibromi
• Obesità
Anatomia patologica:
Il fibroma dell’utero generalmente è localizzato nel  corpo (95%), solo raramente nel collo (5%). A seconda della sede in cui si sviluppano, si distinguono fibromi:
Sottosierosi: sessili o peduncolati, si sviluppano sotto il peritoneo viscerale
Intramurali  o interstiziali: il nodo si sviluppa nello spessore del miometrio
Sottomucosi : sessili o peduncolati , sporgono nella cavita’  uterina, sollevando la mucosa endometriale
Infralegamentari : si sviluppano ai margini laterali dell’utero  sdoppiando le pagine peritoneali del legamento largo e crescendo al loro interno
Cervicali: si sviluppano nella porzione sopravaginale del collo
Il fibromioma, al taglio ha una consistenza dura ed un colore variabile dal biancastro al rossiccio, a seconda che sia prevalente la componente fibrosa (bianca) o quella muscolare (rossa). Non hanno una vera e propria capsula, ma sono separati dal miometrio da uno spesso strato di connettivo  per cui sono facilmente enucleabili. Il fibroma intramurale se singolo e voluminoso (10-15 cm) puo’ causare la crescita uniforme dell’utero; la presenza di fibromi multipli rende la superficie dell’utero e la sua cavità irregolari.
Istologicamente gli elementi costitutivi del fibroma sono in parte rappresentati da fibrocellule muscolari lisce, con nuclei fusati. Le cellule muscolari hanno un orientamento irregolare e tra esse c’è uno stroma piu’ o meno abbondante. La crescita del fibroma determina una riduzione del contingente muscolare con atrofia. I vasi sono piu’ evidenti alla periferia, mentre al centro l’irrorazione in alcuni tumori è assente. Il miometrio circostante presenta molto spesso una ipertrofia:si parla di fibromatosi uterina. Nei casi di fibromiomi sottomucosi la compressione esercitata sulla mucosa che viene sollevata puo’ determinarne l’atrofia e la necrosi.
Sintomatologia
Il 20% delle donne affette da fibromioma non lamenta alcun disturbo: si tratta per lo più di fibromi sottosierosi.
Sanguinamenti anomali: menorragie, metrorragie, polimenorrea
Dolore
Fenomeni di compressione su: vescica, retto, uretere
Ascite
Il 30-40% delle pazienti lamenta menorragia; metrorragia, polimenorrea. Le meno-metrorragie sono frequenti in nodi sottomucosi per alterazioni endometriali. Nei fibromiomi intramurali si hanno in prevalenza menorragie per l’ incapacita’ dell’utero di contrarsi regolarmente a fine mestruazione. Le emorragie che si accompagnano al fibromioma hanno spesso carattere recidivante per cui la paziente si presenta frequentemente in  condizione di anemia.
I fibromiomi sottomucosi agiscono a volte come corpi estranei e provocano al pari di grossi polipi contrazioni dolorose del miometrio che cerca di espellerli.  Il fibroma peduncolato sotto l’azione contrattile puo’ essere espulso in vagina. Il dolore puo’ essere provocato da fenomeni di compressione sui vari organi o dalle aderenze che qualche volta il fibroma puo’ contrarre con l’omento o l’intestino o da torsione sul peduncolo. Nei fibromi cervicali a sviluppo posteriore sottoperitoneali si puo’ avere una compressione lombo-sacrale e quindi dolore tipo sciatico.
Effetti del fibroma sulla riproduzione:
• Sterilita’ : soprattutto se i nodi si sviluppano in corrispondenza degli angoli tubarici per cui l’ ostio può rimanere ostruito. La presenza del fibroma può angolare le salpingi ed ostacolare l’insorgenza di una gravidanza
• Infertilita- aborto per difficoltà di impianto
Diagnosi
Anamnesi, esame obiettivo
Esplorazione vaginale
Ultrasonografia
Isteroscopia
Isterosonografia
Esame di cavita’ uterina
Diagnosi differenziale:
Tumescenze annessiali
Utero gravido
Malformazioni uterine
Tumori maligni dell’utero
Complicanze
Torsione: evento acuto che si manifesta ovviamente solo nel caso di fibromi peduncolati
Espulsione: nei sottomucosi prevale la tendenza all’espulsione vaginale per contrazioni del miometrio
Migrazione: è possibile che in seguito all’attività contrattile dell’utero un fibroma a sviluppo intramurale cambi sede e possa essere estruso in cavità o in sede sottosierosa; l’evento accade più frequentemente in gravidanza
Fenomeni degenerativi benigni: ialina, calcificazione, degenerazione grassa, degenerazione cistica, necrosi
Trasformazione maligna Sarcoma: è un evento raro (1/1000) imprevedibile, che inizia solitamente dal centro del fibroma. Il rapido accrescimento  dimensionale di un fibroma deve sempre fare sospettare la degenerazione sarcomatosa

FIBROMI IN GRAVIDANZA
Il 20-30% dei fibromi aumentano di volume durante la gravidanza, soprattutto nel primo trimestre. Se il fibroma è situato nelle vicinanze della placenta vi è un aumento di complicanze quali
distacco di placenta
rottura prematura delle membrane
Altre complicanze riguardano la probabilità che si verifichino presentazioni anomale e distocie dinamiche che comportano un più alto tasso di cesarei. Infine occorre ricordare la possibilità di necrosi emorragica che può verificarsi sia durante la gravidanza sia, e più frequentemente, in puerperio: dolore e febbre sono i sintomi tipici di questa situazione per la quale a volte è necessario un intervento chirurgico d’urgenza.

Terapia
La terapia dei leiomiomi uterini deve essere individualizzata tenendo conto:
Della sintomatologia
Del volume del nodo o dei nodi miomatosi
Dell’eta’ della paziente: desiderio  di avere una gravidanza, stato psicologico, desiderio di conservare l’utero e le mestruazioni.

La terapia può essere:
Medica: ha lo scopo di controllare le metrorragie e la dismenorrea. Le pazienti con fibromi intramurali o sottosierosi  risentono meglio della terapia medica. Durante il flusso mestruale si possono somministrare antifibrinolitici (acido tranexamico) se è particolarmente abbondante.  I progestinici sono Indicati nelle donne in età premenopausale. Gli analoghi del GnRH (blocco ipotalamico) inducono uno stato di ipoestrogenismo. Determinano una transitoria ma efficace riduzione del volume dei nodi fibrosi. Sono da utilizzare nella fase strettamente premenopausale
Chirurgica: è indicata in  presenza di: meno-metrorragie ribelli, anemia grave, fibroma in rapida crescita, fibroma con diametro superiore ai 6-8 cm, fenomeni compressivi o dolori, sterilita’ aborti ripetuti. La terapia  chirurgica conservativa prevede la sola asportazione dei fibromi con la conservazione dell’utero (miomectomia/e). La terapia chirurgica radicale prevede l’asportazione dell’utero (isterectomia): totale o sub totale. La miomectomia consiste nella asportazione di tutti i nodi fibrosi , conservando alla donna con l’utero la potenziale capacita’ riproduttiva ed il flusso mestruale. L’intervento viene eseguito  per via laparotomica o laparoscopica, è indicato se la donna non è ancora in menopausa. Nelle donne in eta’ peri-menopausale è indicata l’isterectomia.
Embolizzazione dell’arteria uterina nasce nel 1995 in Francia, per offrire un’alternativa alle donne che preferivano evitare la chirurgia. Ovviamente deve essere assolutamente preceduta da accertamenti diagnostici che permettano l’embolizzazione.Controindicazione all’embolizzazione è la presenza di stati infiammatori, pregresse radiazioni, coagulopatie, insufficienza renale e allergie al mezzo di contrasto. Eseguita con tecnica angiografica classica, l’embolizzazione utilizza differenti materiali come particelle di polivinile alcolico e spugna di gelatina secondo il grado di vascolarizzazione del/ dei fibromi. La procedura dura 50 – 75 minuti ed è seguita da algie pelviche, solitamente di grado moderato che durano circa 24 – 36 ore.  I rischi immediati gravi (embolia polmonare, insufficienza renale, CID) sono correlati all’angiografia; la dose dei raggi, superiore a quella di un clisma a doppio contrasto, seppur accettabile, deve essere limitata il più possibile.
Terapia fisica: sonde termiche o a radiofrequenza introdotte per via transcutanea: queste tecniche, già ampiamente utilizzate per la terapia fisica delle metastasi epatiche, per questa indicazione devono ancora essere validate da studi numericamente validi.

giovedì 18 luglio 2013


La sterilità maschile

Rappresenta il 30% delle cause di sterilità di coppia. La fertilità e' dovuta alla produzione, ad opera dei testicoli, di un adeguato numero di spermatozoi ed alla maturazione degli stessi lungo le vie escretrici maschili, acquisendo la capacita' fertilizzante.
• IMPOTENTIA COEUNDI: mancanza di erezione per una patologia psicogena, neurogena o vascolare, eiaculazione precoce, malformazioni.
• IMPOTENTIA GENERANDI: spermatozoi incapaci di fecondare l' ovocita.

Cause piu' frequenti di sterilita'maschile

  • Flogistiche: orchiti, prostatiti, vescicoliti
  • Vascolari: varicocele
  • Secretoria: alterazione  della spermatogenesi. 
  • Escretoria: dovuta alla mancata fuoriuscita di spermatozoi con l' eiaculazione dalle vie escretrici.
 Le cause possono essere:

  • congente  ( agenesia del deferente, agenesia delle vescicole seminali )  
  • acquisite (infiammatorie,traumatiche)
  • ormonali : ipogodanismi ipogonadotropi
  • immunitarie: anticorpiantisperma
  • sconosciute

Le sterilità secretorie possono essere:

  1. PRIMITIVE


  • OLIGOAZOSPERMIA IDIOPATICA: si riscontra in circa il 40% degli uomini infertili. Alla biopsia testicolare si riscontra un arresto o una riduzione della maturazione delle cellule germinative
  • APLASIA GERMINALE o sindrome selle sole cellule di Sertoli (assenza di spermatozoi)


  1. SECONDARIE


  • disendocrine sia diencefalo-ipofisarie ,che tiroidee, surrenaliche, pancreatiche.
  • IPOGONADISMO IPOGONADOTROPO: disfunzione ipotalamo-ipofisaria con ridotta o assente secrezione di GnRH, LH;FSH. La causa piu' frequente e' l'ipopituitarismo idiopatico.
  • IPERPROLATTINEMIE( adenomi prolattino secernenti)
  • IPOGONADISMO IPERGONADOTROPO SINDROME DI KLEINEFELTER: ipogonadismo primitivo di origine cromosomica (XXY),presente nel 6-7% degli uomini infertili. E’ caratterizzato da azospermia, oligospermia grave, testicoli piccoli e ginecomastia. I livelli di gonadotropine sono elevate, il testosterone è normale o lievemente ridotto.

Esistono poi cause acquisite di sterilita’ secretoria:

  • CRIPTORCHIDISMO: la prevalenza di criptorchidismo negli adulti è di circa 0,3-0,4% mentre si ritrova in circa il 6% degli uomini infertili.
  • ORCHITI: tra le forme di ipogonadismo secondario su base infiammatoria l'esempio piu' tipico è rappresentato dall' orchite parotitica bilaterale complicanza non infrequente di questa malattia virale, quando si presenta dopo la puberta' .
  • VARICOCELE: rappresenta la piu' frequente causa di sterilita‘ . L'incidenza varia dall'8 al 16%, mentre la frequenza nei maschi affetti da sterilita'varia dal 20 al 40%. Il varicocele e' dovuto all'allargamento della vena spermatica interna (soprattutto a sinistra) con conseguente dilatazione del plesso pampiniforme. 

L’ ESAME DEL LIQUIDO SEMINALE
Rimane l’esame più semplice e più usato nella routine per la valutazione della spermatogenesi e dello stato funzionale del testicolo. Un esame funzionale nella norma non da certezza della fertilità anche perché il concetto di normalità è quanto mai aleatorio perche vi sono variazioni qualitative e quantitative dipendenti dall’età, dalle stagioni, dall’attività sessuale, da malattie intercorrenti. Il campione deve essere raccolto dopo 3 -5 giorni di astinenza. I valori minimi normali sono molto difficili da determinare
VALORI NORMALI DEI PIU’ COMUNI PARAMETRI
Volume:  1.5 – 6.0 ml
Concentrazione: > 20 mil/ ml
Mobilita’ : > 40 % a 1 ora
Vitalita’: > 60 %
Morfologia: > 50 % Forme tipiche
Terminologia Seminale:
NORMOSPERMIA: normalità di tutti i parametri
AZOOSPERMIA: assenza di spermatozoi nell eiaculato
ASPERMIA: assenza dell’eiaculato
NECROSPERMIA: tutti gli spermatozoi immobili e non vitali
DISPERMIA: presenza di uno o più parametri patologici
OLIGOZOOSPERMIA: concentrazione di spermatozoi inferiore alla norma
ASTENOSPERMIA: mobilità progressiva inferiore alla norma
TERATOSPERMIA: forme patologiche superiori alla norma

sabato 13 luglio 2013


La sterilità femminile

STERILITA’: ostacolo alla fecondazione,con assoluta mancanza della capacita’ riproduttiva.  Si parla di sterilita’  quando una coppia si dimostri incapace di concepire dopo 12 mesi di rapporti non protetti. Questo intervallo di tempo deve essere ridotto a 6 mesi nelle coppie piu’ anziane.         
INFERTILITA’: difetto dell’annidamento e dello sviluppo dell’embrione.
SUBINFERTILITA’: concomitanza di fattori minori di  infertilità presenti in entrambi i partners. Fattori che se presenti in un solo partner non compromettono la fertilita’ di coppia.
Le coppie devono essere informate che esiste una normale quantità di tempo richiesta per ottenere una gravidanza. In ogni ciclo ovulatorio coppie normali hanno solo il 25 % di probabilità di ottenere una gravidanza. In coppie normali il tempo medio per ottenere una gravidanza e di 4 – 5 mesi.
In assenza di disturbi ginecologici la fecondità è massima tra i 15 e 30 anni. La diminuzione degli indici delle nascite si osserva tra i 30 e 35 anni, diminuisce  drammaticamente dopo i 40 anni ed è legata all’invecchiamento dell’ovocita e all’incremento di prevalenza di malattie ginecologiche legate all’età, endometriosi,fibromi ecc.
Gli indici di aborti spontanei aumentano con l’aumentare dell’età:
          10% sotto i 30 anni
          18% a 35 anni
          40 – 50 % tra i 40 e 50 anni
Lo stesso andamento si osserva per le gravidanze indotte con tecniche di fecondazione assistita.
Gli stili di vita che influenzano la fertilità sono:
          abuso di caffeina
          alcool
          droghe
          obesita’
          fumo: piu’ alto è  il numero di sigarette fumato piu’ bassi sono gli indici di fecondita’. Il fumo indebolisce la produzione di muco cervicale, altera il trasporto ciliare tubarico, aumenta il rischio di aborto spontaneo e diminuisce la spermatogenesi.
Problemi semplici da trattare:
          Rapporti sessuali non frequenti
          Dispareunia (rapporti dolorosi)
        Psicologica
        Segno di patologia ginecologica
          Lubrificanti a base oleosa
        Possono essere spermicidi
        Vanno sostituiti con agenti idrosolubili
          Difficoltà ad individuare il periodo fertile
        Autovalutazione del muco cervicale
        Clearplan
Le principali cause di sterilità sono:
-          Sterilità di coppia per:
·         Problemi maschili: 35%
·         Patologia tubarica: 35%
·         Anovulare: 15%
·         Idiopatica: 10%
·         Problemi rari: 5%
-          Sterilità femminile:
·         Patologia tubarica: 40%
·         Anovulare: 40%
·         Idiopatica: 10%
·         Problemi rari: 10%
I fattori vaginali implicati sono:
          Malformazioni congenite: la piu’ frequente alterazione anatomica della vagina responsabile di sterilita’ e’ la sindrome di Rokitansky caratterizzata dalla assenza congenita della vagina e della mancata fusione dei dotti mulleriani e quindi assenza dell’utero
          Dispareunia - vaginismo
          Infezioni: possono alterare il pH vaginale inducendo eccessiva alcalinità che può ostacolare  la migrazione spermatica
Le cause cervicali (5-10%) sono:
                                Anatomica: atresia, ipoplasia, stenosi, pregressa conizzazione.
                               infettiva
          funzionale (muco cervicale alterato)
          immunologica
Le cause uterine (5%) sono:
          malformazioni uterine (agenesie, sinechie)
          anomalie di posizione (raramente)
          processi infiammatori
          lesioni traumatiche
          fibromi/polipi
         esistenza di processi aderenziali (sinechie). La forma piu’ classica di patologia aderenziale è la sindrome di Asherman che segue a revisioni per aborto o in puerperio,caratterizzata da amenorrea o ipomenorrea.
Le cause tubariche (35%):
          occlusione delle tube (pregresse infezioni,PID)
          alterazioni anatomiche (congenite)
          alterazioni funzionali
          endometriosi
          pregressa sterilizzazione
          pregressi interventi chirurgici (aderenze pelviche)
          Una anamnesi positiva per
        malattia infiammatoria pelvica
        aborti settici     
        gravidanza ectopica
        perforazione appendicolare,deve sempre far pensare alla possibilita’ di danno tubarico.
          L’occlusione parziale o totale del lume rappresentano la causa piu’ frequente di sterilita’ da fattore tubarico.
          Alterazioni funzionali della tuba possono interferire con la capacitazione dell’ovocita o la sua migrazione nella tuba ,oppure con la quantita’ e composizione del fluido tubarico.
          L’endometriosi e’ una patologia che spesso altera la pervietà tubarica, creando estese aderenze peritubariche che dislocano, angolano o comprimono le salpingi, alterndo la normalità del lume tubarico o la possibilita’di captazione dell’ovocita.

STERILITA’ ENDOCRINA ED ANOVULATORIA
Il 30-40% della sterilita è dovuta ad una disfunzione endocrina(assenza della ovulazione)
          mancanza della ovulazione
          alterata formazione del corpo luteo
          secrezione ormonale patologica (iperprolattinemia, eccesso di androgeni)
          sindrome dell’ovaio resistente
          sindrome del follicolo luteinizzato ma non rotto
          menopausa precoce
Nel 40-50% dei casi, l’assenza di ovulazione si associa ad amenorrea . In queste pazienti si verifica una ridotta produzione gonadotropa, incapace di provocare la maturazione follicolare e di conseguenza il picco dell’LH necessario per l’ovulazione.
ACCERTAMENTI DIAGNOSTICI PER LA STERILITA’ DISENDOCRINA
          Storia mestruale: è del tutto improbabile che una donna che ha sempre avuto cicli mestruali regolari possa presentare problemi ormonali che interferiscano con la sua fertilità
          Dosaggi ormonali Indipendentemente dall’accertamento dell’ovulazione vanno eseguiti: LH FSH PRL Estradiolo Androgeni Ormoni tiroidei
          Il prelievo va eseguito al 4°-5° giorno del ciclo ( in qualsiasi momento se paziente amenorroica)
          Valori elevati di prolattina specie se associati a galatorrea devono indurre all’esecuzione di una TAC o RNM per escludere patologia espansiva della sella turcica
          Valori elevati di LH ed Androgeni fanno sospettare una Sindrome dell’ovaio policistico
          Valori elevati di FSH in una donna con più di 35 anni fanno sospettare una Menopausa precoce
          L’adeguatezza della fase luteinica viene indagata con un dosaggio seriato del progesterone in 15° - 21° - 25° giorno del ciclo

DIAGNOSI DI OVULAZIONE
          La temperatura basale subisce delle modificazioni nel corso del ciclo in rapporto alla secrezione ormonale ovarica. La curva normale risulta bifasica: è’ ipotermica nella fase follicolare estrogenica e sale nella fase post ovulatoria per l’effetto del progesterone ormone ipertermizzante. La mancata ovulazione si evidenzia con una curva monofasica con piccole oscillazioni e senza un plateau ipertermico.

          Modificazioni qualitative e quantitative del muco cervicale
          Dosaggio del progesterone plasmatico eseguito in 20° - 23° giorno del ciclo
          L’identificazione del picco di LH mediante dosaggi plasmatici o urinari seriati rappresenta uno dei metodi più utili per predire l’ovulazione: questa si verifica infatti circa 32 ore dopo il picco dell’ LH.

ACCERTAMENTI DELLA PERVIETA’ TUBARICA E NORMALITA’ MORFOLOGICA DELL’UTERO
          Isterosalpingografia
          Isteroscopia
          Laparoscopia
        Rappresenta l’indagine finale per la diagnosi di sterilità
        E’ particolarmente utile nell’identificare le cause pelviche di sterilità quali:
          Endometriosi
          Malattia infiammatoria
          Aderenze da pregressi interventi
          Salpingocromoscopia

L’insieme di queste tecniche diagnostiche possono indirizzare a selezionare le pazienti con sterilità tubarica candidate ad essere trattate con microchirurgia tubarica o più frequentemente con fecondazione in vitro.