Tutto avviene nei tessuti dove sono presenti cellule dendritiche immature precedentemente differenziate a partire da monociti (quelle presenti a livello cutaneo sono chiamate cellule di Langerhans). In questo caso la citochina che ne permette il differenziamento è il Transforming Growth Factor alpha - (TGFα). Le cellule dendritiche immature, a questo punto, possono catturare il patogeno, processarlo e montarlo sui suoi Antigeni di istocompatibilità in modo da poterlo presentare efficacemente alle cellule competenti( i linfociti T). A tal fine deve fare due cose: primo deve migrare ai linfonodi, perchè nelle stazioni linfoidi si ha l'incontro ottimale tra cellule dendritiche e cellule T, eventualmente cellule B; poi deve essere in grado di presentare in maniera idonea il patogeno. A questo fine devono quindi andare incontro a maturazione; questo richiede determinati segnali: prodotti dell'i.innata, prodotti microbici e in generale qualsiasi stimolo che agisca sui TLR ad. es. LPS (su TLR4) , RNA-doppia elica (tipico dei virus, su TLR3), la flagellina (su TLR5), ma anche elementi di gram+ ad. es. peptidoglicano (su TLR2). Quindi ci sono molte possibilità da parte dei patogeni di agire sulle cellule dendritiche immature e indurne la maturazione. Essa può essere anche indotta da citochine prodotte da cellule dell'immunità innata quali TNFalfa, IL1 e IFN alfa e beta. Questi sono gli stimoli più importanti. Questi segnali in breve tempo (24ore) inducono maturazione e la cellula dendritica diventa capace di esprimere all'esterno grandi quantità di Antigeni di istocompatibilità di classe I e II; ma non solo, c'è da ricordare che maturando esprimono anche co-recettori ad es. membri della famiglia B7 (CD80 e CD86) che vengono riconosciuti da un recettore espresso su linfociti T naive. Vediamo ora come fa la cellula a migrare. Migra grazie al fatto che acquisice sulla sua superficie anche un recettore (CCR7) per chemochine prodotte selettivamente da cellule del linfonodo che sono CCL19 e CCL21.. Queste nomenclature stanno ad indicare: L lingando (chemochina), mentre R sta per recettore. Una chemochina è prodotta dalle cellule dell'endotelio alto tipiche dei linfonodi e l'altra da cellule dendritiche mature già presenti a livello del linfonodo. Quindi le c.dendriche che hanno CCR7, saranno in grado di seguire il gradiente chemochinico con la quantità massima a livello lifonodale che verrà poi progressivamente diluita allontanandosi lungo il linfatico: proprio questo gradiente orienta la migrazione della c.dendritica che intanto sta esprimendo le nuove molecole dette prima (in pratica matura mentre migra). In più acquisisce prolungamenti citoplasmatici (dendriti) di lunghezza 10 volte superiore a quella del corpo cellulare. Le ramificazioni sono piene di antigeni di istocompatibilità e questo aumenta notevolmente la superficie del riconoscimento. A questo punto la cellula dendritica matura è in condizioni ottimale per svolgere il compito di Antigen Presenting Cell:
• esprime grandi quantità di Antigeni di istocompatibilità e molecole co-stimolatorie essenziali per attivare le T-naive
• possiede le ramificazioni che formano una sorta di rete in cui si fermano le cellule T.
Se ricordiamo bene, il processo di maturazione delle cellule dendritiche, fenomeno fondamentale per l'evoluzione della risposta immunitaria da innata ad adattativa, avviene unicamente grazie a segnali dell'immunità innata o prodotti microbici. Non bisogna tralasciare,tuttavia, il fatto che c. dendritiche immature si trovino sempre nei nostri tessuti perchè uno stimolo, seppur minimo, lo ricevono continuamente. Cellule di Langerhans le troviamo costitutivamente nella cute e nelle varie porte di entrata dell'organismo per batteri. In pratica nei tessuti troviamo sempre c.d. immature e nel giro di 24-48 ore sono in grado di far partire una risposta specifica.
NOTA: Quanto descritto è la maturazione di c. dendritiche a partire da monociti, ma ovviamente come tutte le cellule emopoiteiche possono derivare anche da precursori emopoietici caratterizzati dall'espressione di un marcatore: il CD34 (detto prima, n.d.r.), marcatore delle cellule staminali emopoietiche. In questo caso oltre a IL4 e GM-CSF sono necessarie anche altre citochine che permettono la proliferazione delle cellule staminali (IL3 e altre).