Bisogna anticipatamente definire che cosa si intende per cardiopatia ischemica. L’ischema è causata da una carenza di ossigeno e di nutrienti dovuta ad una inadeguata perfusione, con conseguente squilibrio tra richiesta ed offerta di ossigeno. La causa più comune di ischemia è l’aterosclerosi.
EPIDEMIOLOGIA: è la malattia più invalidante nel mondo. Si prevede un incremento dell’incidenza di cardiopatia ischemica a livello mondiale e tale patologia sembra destinataa diventare la principale causa di morte nel 2020.
PATOGENESI:il circolo coronario normale è influenzato in modo preponderante dalle richieste miocardiche di ossigeno che sono soddisfatte grazie alla capacità del cuore di variare le resistenze vascolari cardiache mentre il cuore estrae una quota di ossigeno elevata e fissa. L’aterosclerosi provoca un restringimento del lume vascolare e quindi una diminuizione della perfusione miocardica a riposo e limita l’incremento della perfusione quando la domanda è aumentata come avviene durante un esercizio fisico o stress. Non infrequentemente possono coesistere due o più cause di ischemia, come un aumento della domanda di ossigeno legata ad ipertrofia ventricolare sinistra secondaria ad ipertensione e riduzione della perfusione secondaria ad aterosclerosi.

cenni sull’aterosclerosi
Si ritiene che i principali fattori di rischio siano:
- elevati livelli plasmatici di LDL
- bassi livelli plasmatici di HDL
- fumo di sigaretta
- diabete mellito
- ipertensione
che interferiscono con le principali funzioni dell’endotelio vascolare quali:
- controllo locale del tono vasale
- difesa contro le cellule infiammatorie
- mantenimento di una superficie anticoagulante
e che quindi determinano vasospasmo e formazioni anomale di coaguli. Ciò comporta la formazione di una placca aterosclerotica che riduce l’area di sezione del vaso fino al 75%, valore per il quale non è possibile l’aumento del flusso all’aumentata richiesta metabolica. La placca può così andare incontro a fissurazione, erosione, emorragia e trombosi, eventi che possono aggravare l’ostruzione e ridurre ulteriormente il flusso coronario. In queste circostanze l’ischemia si manifesta con angina e slivellamento del tratto ST a livello elettrocardiografico.

effetti dell’ischemia
Lo sviluppo improvviso di una grave ischemia può determinare una istantanea alterazione dei meccanismi di contrazione e di rilassamento muscolare.
Quando gli eventi ischemici sono transitori il sintomo caratteristico è l’angina pectoris, quando sono prolungati si instaura un quadro di infarto miocardio acuto.
L’ischemia causa alterazioni elettrocardiografiche importanti:
- anomalie della ripolarizzazione
- inversione dell’onda T
- sottolivellamento del tratto ST se l’ischemia è subendocardica
- sopralivellamento del tratto ST se l’ischemia è transmurale.

cenni sull’ANGINA STABILE
E’ caratterizzata da episodi di ischemia miocardica transitoria. L’angina è un dolore toracico descritto come una sensazione di peso, di oppressione, bruciore o fastidio con irradiazione alla spalla sinistra, raramente ad entrambe le braccia, alla superficie ulnare dell’avambraccio e della mano, può diffondersi al dorso, retrosternalmente tra le scapole, alla base del collo, mandibola, denti ed epigastrio. Dura dai 2 ai 5 minuti e compare solitamente in condizioni di sforzo o di emozioni; cessa con il riposo e con somministrazione di nitroglicerina sublinguale.
ESAMI DI LABORATORIO
- anamnesi per evidenziare sede, durata e momento dell’insorgenza del dolore.
- Rx torace per evidenziare eventuale cardiomegalia o patologie aneurismatiche
- Esami ematochimici: colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia, creatininemia, ematocrito,…
- ECG per valutare eventuali alterazioni nel tracciato
- ECG sotto sforzo essenziale per la diagnosi e la prognosi della cardiopatia ischemica
- Ecocardiografia per rilevare anomalie nella cinesi miocardia
- Scintigrafia
- Coronarografia utilizzata per evidenziare il lume delle coronarie e per confermare o escludere eventuali ostruzioni. È particolarmente indicata in pazienti:
• con angina pectoris cronica instabile refrattaria a terapia medica che necessitano di angioplastica
• con sintomi importanti
• con angina pectoris sospetta sopravvissuti all’arresto cardiaco
• a rischio notevole
PROGNOSI: dipende dalle principali variabili: condizione funzionale del ventricolo sinistro, sede, entità della stenosi, gravità dell’ischemia. L’angina ad insorgenza recente, l’angina instabile, l’angina post-infartuale precoce, l’angina refrattaria a terapia medica, si associano ad un maggior rischio di eventi coronarici.