Sono frequenti e possono provocare una vera e propria instabilità articolare (instabilità capsulo-legamentosa acuta); inoltre, il loro trattamento tardivo può dar esito ad una instabilità capsulo-legamentosa cronica.
L’apparato capsulo-legamentoso comprende:
- pivot centrale: costituito dai due legamenti crociati anteriore e posteriore (LCA e LCP)
- compartimento interno: costituito dalle strutture mediali (legamento collaterale interno LCI, legamento posteriore obliquo e tendine capsulare del muscolo semimembranoso); il legamento posteriore obliquo, il corno posteriore del menisco interno e il tendine capsulare del semimembranoso costituiscono il punto d’angolo postero-interno (PAPI)
- compartimento esterno: costituito dalle strutture laterali (legamento collaterale esterno LCE, tendine del muscolo popliteo, tendine distale del bicipite femorale): il legamento collaterale esterno, il corno posteriore del menisco esterno e il tendine del muscolo popliteo costituiscono il punto d’angolo postero-esterno (PAPE)

Lesioni acute
I meccanismi patogenetici sono:
- sollecitazione in valgismo al ginocchio flesso e tibia in rotazione esterna
- sollecitazione in varismo al ginocchio flesso e tibia in rotazione interna
- sollecitazione in valgismo al ginocchio esteso
- sollecitazione in varismo al ginocchio esteso
Si possono distinguere:
 distorsioni di primo grado: distensione o distrazione di alcuni fasci dei legamenti interessati
 distorsioni di secondo grado: lacerazione parziale dei legamenti
 distorsioni di terzo grado: lacerazione totale o avulsione legamentosa dell’inserzione ossea.
Classificazione:
- Lesioni centrali: interessano i legamenti crociati
- Lesioni periferiche: interessano i legamenti collaterali e la capsula
Sintomatologia:
- dolore spontaneo
- “crack”
- sensazione di “ginocchio fuori posto”
- atteggiamento in lieve flessione del ginocchio e impossibilità all’estensione
- impotenza funzionale
- tumefazione
- ballottamento rotuleo
- instabilità articolare
I più importanti test di instabilitàè del ginocchio sono:
 Test di abduzione (ginocchio in valgismo e gamba verso l’esterno)
 Test di adduzione (ginocchio in varimo e gamba verso l’interno)
 Test del “cassetto anteriore” (a ginocchio flesso spostamento anteriore dell’estremità prossimale della tibia)
 Test del “cassetto posteriore” (a ginocchio flesso spostamento posteriore dell’estremità prossimale della tibia)
 Jerk test (intrarotazione dell’arto e flessoestensione del ginocchio. Se tra l’estensione e la flessione è percepito uno scatto il test è positivo)
 Lachman test (se il ginocchio è in flessione si ha sublussazione anteriore della tibia rispetto al femore)
 Test di gravità (calcagni appoggiati su un piano rigido con anche e ginocchia flesse a 90 gradi; si ha sublussazione dell’epifisi prossimale della tibia)
Diagnosi:
Si avvale della anamnesi e dei segni obiettivi confermati da TC, RMN e artroscopia.
Complicazioni:
- associazione a frattura
- associazione a deficit dello sciatoci popliteo esterno
- instabilità del ginocchio
- calcificazione del legamento collaterale
Prognosi:
Se non trattata provoca a distanza di tempo danni meniscali.
Trattamento:
- nelle lesioni periferiche lievi è sufficiente un bendaggio elastico per 15-20 giorni. In quelle gravi, artrocentesi associata a ginocchiera gessata e fisiochinesiterapia
- nelle lesioni centrali, in particolare in quelle dell’LCA, è opportuno il trattamento chirurgico. L’intervento consiste nella ricostruzione dell’LCA tramite trapianto tendineo seguito da immobilizzazione in tutore femoro-malleolare articolato al ginocchio per 30-40 giorni.

Lesioni croniche
Sono generalmente riferibili a lesioni del pivot centrale per:
- mancato riconoscimento o trattamento di una lesione acuta
- trattamento inadeguato di una lesione acuta
- deterioramento secondario all’attività sportiva nel periodo successivo al corretto trattamento chirurgico di una lesione acuta.
Le lassità croniche possono essere distinte in due gruppi:
- rotatorie: LCP integro, e funge da perno di rotazione. Sono divise in:
o anteromediali
o anterolaterali
o posterolaterali
o combinate
- dirette: è sempre interessato l’LCP ma si associano altre lesioni.
Sintomatologia:
- dolore
- “crack”
- tumefazione
- episodi di cedimento articolare
- idrarto
- ballottamento rotuleo
- ipotrofia del quadricipite
- positività ai test
- limitazione funzionale
Prognosi: buona.
Trattamento:
Chirurgico a riparazione delle lesioni centrali e meniscali.

Lesioni traumatiche dei menischi
Si possono verificare sia isolatamente sia in associazione a lesioni capsulo-legamentose. Sono molto frequenti e il menisco interno risulta più spesso interessato di quello esterno. Sono maggiormente colpiti i maschi adulti.
I menischi si presentano come due mezzi anelli: uno più chiuso, conformato come una “O”, è il menisco esterno; l’altro, conformato come una “C”, è il menisco interno. I menischi svolgono l’importante funzione di distribuire il carico su superfici più ampie della cartilagine articolare anche durante il movimento del ginocchio, nonché altre funzioni quali la protezione della cartilagine articolare, la stabilizzazione dell’articolazione ecc.
Le lesioni a questo livello sono riconducibili a traumi indiretti che provocano un asincronismo tra i movimenti di flesso-estensione del ginocchio e quelli di rotazione della tibia rispetto al femore.
Anatomia patologica:
- nel menisco interno è interessato maggiormente il corno posteriore. La lesione consiste spesso in una fissurazione longitudinale che, se si prolunga dall’indietro all’avanti, denota una rottura “a manico di secchio”, con conseguente blocco in flessione.
- Il menisco esterno è interessato prevalentemente da rotture trasversali, mentre sono meno frequenti le rotture del corno posteriore.
Sintomatologia:
- sindrome meniscale acuta caratterizzata da un episodio distorsivo del ginocchio, sensazione dolorosa, blocco in flessione, tumefazione del ginocchio, dolore vivo alla pressione
- sindrome meniscale cronica associata a blocco articolare in flessione, episodi distorsivi del ginocchio, instabilità per movimenti fuori carico, idrarti recidivanti, dolore alla pressione, ballottamento rotuleo, ipertrofia del quadricipite.
Diagnosi:
- presenza di un corpo mobile articolare (topo articolare)
- sublussazione o lussazione della rotula
- rottura dell’LCA
- artrosi
- condropatia
- evidenza radiografica all’RX, TC, RMN
Prognosi:
Se lasciato in sede dà luogo a fenomeni reattivi della sinoviale, blocchi articolari, ipotrofia del quadricipite e fenomeni artrosici.
Trattamento:
- meniscectomia selettiva per via artroscopica che può essere perziale della parte interrotta e instabile del menisco leso, o subtotale tra il paramenisco e il triangolo d’appoggio.
- meniscectomia totale per rottura del menisco esterno associato a degenerazione cistica.
- meniscopessi per via artroscopica, che consiste nella sutura del menisco alle strutture capsulari.