Si distinguono 5 tipi sierologici di virus parainfluenzali (1,2,3,4A,4B).
Appartengono alla famiglia Paramyxoviridae; il tipo 1 e 3 al genere Respirovirus, i tipi 2,4A,4B al genere Rubulavirus
Diversamente da quanto accade tra i virus influenzali, i 5 sierotipi di virus parainfluenzali sono antigenicamente stabili. Riguardo alla resistenza ad agenti fisici e chimici, si tratta di virus molto labili.
Analogamente ai virus influenzali, i virus parainfluenzali infettano e si riproducono all’interno delle cellule epiteliali ciliate delle mucose delle alte e basse vie respiratorie.
In oltre l’80% dei casi le manifestazioni sono a carico delle alte vie respiratorie con rinofaringiti che nei bambini si complicano frequentemente (30-50% dei casi) con otite media. Meno frequentemente (circa 15%) l’infezione si estende alle vie respiratorie più basse, con sintomatologia di laringo-tracheo-bronchite con tosse abbaiante, voce rauca, stridore del respiro.
Nei lattanti i tipi 2 e 3 possono causare bronchiolite.
Epidemiologia : le sorgenti di infezione sono rappresentate da soggetti colpiti da forme respiratorie di varia gravità. L’incubazione è di 3-6 giorni. Il contagio avviene per via aerea e con le mani contaminate da secrezioni respiratorie.
L’infettività dei virus parainfluenzali è alta e si può calcolare che nei diversi paesi dell’emisfero occidentale circa i ¾ dei bambini ne vengano colpiti entro i primi 4-5 anni di vita; sono frequenti le reinfezioni durante l’età scolare, l’adolescenza e l’età adulta, poiché l’immunità conseguente alle infezioni con virus parainfluenzali (che è essenzialmente un’immunità di barriera) è limitata nel tempo. Tuttavia, mentre in occasione della prima infezione le sindromi cliniche del lattante e del bambino sono spesso severe, in occasione di successive reinfezioni la loro gravità diminuisce progressivamente.
La patologia delle infezioni da virus parainfluenzali è perciò eminentemente infantile; nell’adolescente e nell’adulto le infezioni da virus parainfluenzali decorrono in modo spesso inapparente, oppure come comuni raffreddori o come rinofaringiti modicamente febbrili.
Prevenzione: diversi tipi di vaccini inattivati e di vaccini vivi attenuati sono stati oggetto di sperimentazione ma nessuno è entrato nella pratica. La protezione dei lattanti consiste nell’evitare che vengano a contatto con persone che abbiano anche modesti sintomi di infezioni respiratorie acute.