L’alcol (etanolo) è probabilmente la droga che da più tempo l’umanità consuma; essa è anche, assieme al tabacco, la più largamente diffusa.
Il consumo di piccole quantità di alcol ai pasti, sotto forma di bevande naturali come il vino o la birra, ha un significato esclusivamente alimentare.
Non solo non esiste alcuna prova che nelle persone adulte, e bevuto in piccole quantità, esso sia nocivo, ma anzi si può ritenere che contribuisca al benessere aumentando il piacere della alimentazione, purchè le quantità siano piccole: non più di un bicchiere di vino (125 ml) o birra (lattina da 330 ml) a pranzo ed a cena, evitando le bevande superalcoliche; per le donne le quantità devono essere dimezzate, sia perché la loro massa corporea è mediamente minore sia perché l’alcol è metabolizzato con maggiore difficoltà a livello del fegato; ancora più ridotta è la quantità ammissibile per le persone anziane, mentre il consumo prima dei 15 anni deve essere del tutto evitato.
I valori soglia oltre i quali diversi studi epidemiologici hanno documentato rischi per la salute progressivamente crescenti sono 30g al giorno di alcol per l’uomo e 20g per la donna.
Possono essere considerati bevitori eccessivi gli uomini che consumano più di 60g di alcol al giorno e le donne che ne consumano più di 40g.
Una parte dei bevitori eccessivi sviluppa con il tempo un vero e proprio stato di alcolomania con tolleranza e dipendenza verso l’alcol; la tolleranza porta ad aumentare la dose ingerita, mentre la dipendenza implica il bisogno invincibile di ricorrere all’alcol.
Tuttavia, la tolleranza diminuisce col tempo per la progressiva riduzione delle capacità metaboliche del fegato (in particolare per la minore attività dell’alcol-deidrogenasi) in rapporto al danno epatico che si determina.
La dipendenza è di ordine fisico e psichico e può, sebbene non costantemente, portare al manifestarsi di sintomi da astinenza dovuti all’interferenza dell’alcol con il metabolismo delle cellule del SNC.
I tassi di mortalità fra i forti bevitori sono da due a quattro volte più elevati rispetto al resto della popolazione. In Italia, sono attribuiti all’alcol da 20.000 a 30.000 morti l’anno (cirrosi, tumori, incidenti, suicidi, omicidi).
I danni indotti dall’alcol sul SNC dipendono in parte da azione diretta sulle strutture nervose, ma in parte sono dovuti a manifestazioni cerebrali di danno vascolare di natura aterosclerotica per l’azione tossica sull’intima delle arterie e per le alterazioni metaboliche generali causate dall’intossicazione cronica alcolica.
Può determinare:
- psicosi di Korsakoff, allucinosi alcolica, delirio di gelosia, delirium tremens (manifestazione acuta che insorge in alcolisti cronici e che da alcuni è considerata una sindrome da astinenza)
- cirrosi epatica, carcinomi dell’apparato digerente e delle prime vie aeree
Di particolare importanza è l’azione epatotossica; la principale via di ossidazione è rappresentata dalla conversione ad acetaldeide, attuata dall’alcoldeidrogenasi, con produzione di ioni H+.
L’eccesso di idrogenioni viene utilizzato per la sintesi di alfaglicerofosfato e di acidi grassi il cui accumulo è responsabile della degenerazione grassa che si presenta nell’epatopatia alcolica.
L’acetaldeide che viene liberata in circolo induce alterazioni nella sintesi proteica del miocardio, che sono probabilmente alla base della miocardiopatia alcolica.
La temporanea attenuazione delle capacità di critica esistente già per livelli di alcolemia che non comportano ancora lo stato di ubriachezza o di ebrezza, è un fattore che aumenta il rischio di incidenti nell’ambiente domestico, sul lavoro, nelle strade.
- cardiopatia ischemica ed ictus, ipertensione
Il consumo moderato di alcol avrebbe, secondo i risultati di alcune indagini epidemiologiche, un effetto protettivo che dipenderebbe dalla capacità delle piccole dosi di alcol di :
  • indurre un aumento delle HDL e della lipasi lipoproteica che attua il catabolismo delle VLDL
  • stimolare l’attività fibrinolitica del plasma con riduzione del fibrinogeno
  • ridurre l’aggregabilità piastrinica
  • diminuire la pressione arteriosa
  • aumentare la sensibilità all’insulina
  • sostanze antiossidanti contenute nel vino rosso (tannini flavonoidi fenolici, techine)
Prevenzione dell’alcolismo
Nella lotta contro l’alcolismo l’obiettivo primario deve essere la progressiva riduzione dei nuovi casi. Vietando la pubblicità all’alcol e conducendo una opportuna campagna di informazione e di educazione si deve fare in modo che i giovani assumano un sano atteggiamento nei suoi riguardi, considerandolo un semplice completamento alimentare ed escludendo dal loro comportamento il ricorso alle bevande alcoliche come mezzo di socializzazione e di evasione dai propri problemi.
Accanto all’azione educativa vanno posti in atto interventi di regolamentazione che rendano meno accessibili le bevande alcoliche o, comunque, ne scoraggino l’uso :
- aumento della tassazione (e quindi del costo)
- limitazione dell’orario di vendita
- divieto di vendita ai minori
- sanzioni nei riguardi degli automobilisti con alcolemia pericolosa.