E’ stato calcolato che 2/3 dei casi di malattie respiratorie acute sono causate da virus.
Più di 200 virus antigenicamente distinti fra di loro e appartenenti a 9 diversi generi sono stati segnalati come responsabili. La quota maggiore si registra nei bambini fino a 6 anni.
La morbilità secondaria a queste infezioni è causa della perdita del 30-50% del tempo lavorativo degli adulti e del 60-80% del tempo scolastico dei bambini.
Le malattie causate dai virus respiratori sono suddivise in numerose sindromi, quali il “raffreddore comune”, la faringite,, la laringo-tracheobronchite o “croup”, la tracheite, la bronchite, la bronchiolite e la polmonite.
I coronavirus sono virus a singolo filamento di RNA. Sono causa di infezioni a carico dell’uomo appartengono ai gruppi 1, 2. Il gruppo 3 non causa infezioni nell’uomo.
Il coronavirus associato alla SARS (SARS-CoV) sembra appartenere a un nuovo e distinto gruppo. A tutt’oggi, i ceppi di SARS-CoV che sono stati completamente sequenziati mostrano solo minime variazioni.
L’epidemia della malattia associata a coronavirus, nota come SARS, è apparentemente iniziata nella provincia cinese del Guangdong nel novembre 2002 e sembra essersi originata dal contatto tra uomo e animali semidomestici quali lo zibetto e il procione.
Tali animali sono commercializzati come prelibatezze in tali aree e ospitano coronavirus affini al SARS-CoV.
Tra il 16 novembre 2002 w il 28 febbraio 2003, sono stati notificati in Guangdong 792 casi di probabile SARS. Un medico di Guangdong recatosi a Hong Kong per far visita ai familiari 5 giorni dopo l’insorgenza della patologia è stato identificato come colui che ha introdotto l’infezione a Hong Kong.
Quasi contemporaneamente venivano segnalati casi a Singapore, in Thailandia, in Vietnam e a Toronto, inizialmente in viaggiatori provenienti da Hong Kong o da Guangdong.
In conclusione, 8.422 casi sono stati identificati dall’OMS in 28 Paesi di Asia, Europa e Nord America, sebbene circa il 90% di essi si siano comunque verificati in Cina e a Hong Kong.
Il tasso di letalità è stato variabile nell’ambito del fenomeno epidemico, con un valore medio intorno all’11%.
I meccanismi di trasmissione della SARS non sono completamente noti.
Alcune casistiche suggeriscono che la diffusione possa verificarsi per aerosol dia di piccole sia di grosse particelle e forse anche per via fecale-orale.
La patogenesi della SARS è quella di una malattia sistemica con infezione delle cellule del tratto respiratorio, ma con virus identificabile anche nel sangue, nelle urine e nelle feci (fino a 2 mesi).
Il virus persiste nel tratto respiratorio per 2-3 settimane, con concentrazione massima a circa 10 giorni dall’esordio dei sintomi sistemici.
Dopo un periodo di incubazione che generalmente dura da 2 a 7 giorni (intervallo : 1-10 giorni), la SARS generalmente esordisce come malattia sistemica caratterizzata da febbre, spesso accompagnata da malessere, cefalea e mialgie, cui seguono dopo 1-2 giorni tosse non produttiva e dispnea. Circa il 25% dei pazienti presenta diarrea.
Nei casi gravi la funzione respiratoria può peggiorare durante la seconda settimana di malattia e progredire fino a un quadro di franca sindrome da distress respiratorio dell’adulto (ARDS), accompagnata da insufficienza multiorgano.
Fattori di rischio per la progressione sfavorevole della malattia sono un’età superiore a 50 anni e comorbilità (malattie cardiovascolari, diabete, epatite), mentre l’infezione sembra essere più mite nei bambini.
Diagnosi: colture, PCR con trascrittasi inversa (RT-PCR) su campioni del tratto respiratorio, sangue, urine, feci, anticorpi sierici
Le terapie di supporto per mantenere la funzione respiratoria e di altri organi sono il cardine del trattamento.
Prevenzione
Sono state effettuate restrizioni dei viaggi e imposte misure di quarantena in alcune zone
tutte le restrizioni ai viaggi sono state sospese dopo 30 giorni (tre volte il periodo di incubazione stimato per la SARS) dall’ultima notifica di un nuovo caso (febbraio 2004).
Non si sa se e quando la SARS possa riemergere.