Per amebiasi si intende la presenza nell’organismo di Entamoeba histolytica, con o senza manifestazioni cliniche. Per infezione amebica si intende la presenza di trofozoiti nel lume intestinale senza lesioni dei tessuti. Per malattia amebica si intende l’invasione da parte del protozoo dei tessuti della parete intestinale e/o di altri organi o apparati.
Si calcola che attualmente l’amebiasi interessi non meno del 10% della popolazione mondiale, con una diffusione assai variabile da zona a zona e con una netta prevalenza di soggetti asintomatici (portatori) rispetto a quelli con sindrome clinica manifesta.
L’agente eziologico è Entamoeba histolytica, che fa parte del genere Entamoeba, della famiglia delle Entamoebidae. Il genere Entamoeba comprende sei specie di amebe che vivono nel tubo gastro-enterico dell’uomo.
E. histolytica è la sola patogena per l’uomo, in grado di invadere i tessuti. Il ciclo biologico si svolge nell’intestino dell’uomo e comprende 4 fasi : trofozoita in forma minuta, precistica, cistica, metacistica. Nei ceppi virulenti si inserisce una 5° fase di sviluppo intratissutale, quella di trofozoita in forma istolitica (magna, ematofaga)
Le cisti vengono eliminate all’esterno con le feci e rappresentano le forme normalmente infettanti l’uomo.
- Trofozoita in forma minuta : rappresenta la fase normale della vita vegetativa del protozoo, che vive nel lume dell’intestino crasso o sulla sua mucosa, riproducendosi per scissione diretta
ha un diametro di 7-15 micrometri ed appare di forma assai variabile. Il trofozoita è dotato di movimenti vivaci e possiede intensa attività fagocitaria, nutrendosi di batteri, amido ecc. E' assai labile e viene distrutto in poche ore nell’ambiente esterno. Nella maggior parte dei casi i trofozoiti si moltiplicano sempre nella forma minuta, senza invadere la parete intestinale, realizzandosi così lo stato di portatore asintomatico
- Fase precistica : i trofozoiti, trasportati dalla massa fecale, giungono nella parte distale del colon e nel retto dove, in seguito alla progressiva disidratazione assumono forma rotondeggiante, mentre intorno comincia a formarsi la parete cistica. Di solito sia la forma minuta che quella precistica non si ritrovano nelle feci, ad eccezione dei casi in cui, per processi concomitanti (es. diarrea), la massa fecale viene espulsa rapidamente, senza sufficiente disidratazione
- Fase cistica : si completa la formazione della parete cellulare, che appare costituita da strati ben distinti tra di loro. La cisti matura si presenta di forma sferica con un diametro di 7-15 micrometri, contiene 4 nuclei derivanti da due divisioni successive. Le cisti vengono eliminate all’esterno con le feci e rappresentano le forme normalmente infettanti l’uomo. Sono molto resistenti nell’ambiente esterno e sopravvivono nelle feci umane fino a 7-12 giorni, sul suolo e nelle acque per 2-3 settimane a temperatura ambiente e fino a 40 giorni a 2-6 °C, sulle mani da pochi minuti a qualche ora, sulle verdure per alcuni giorni. Resistono al cloro alle normali concentrazioni d’uso per la potabilizzazione dell’acqua, vengono inattivate dall’essiccamento, dal calore al di sopra dei 55 °C, dalle soluzioni al 5% di cresolo e di acido acetico per 15 minuti, dallo iodio 200 ppm, dalla superclorazione per 30 minuti con cloro-residuo di 1 ppm a pH 5,9 ed alla temperatura di 27°C.
- Fase metacistica : dalla cisti matura ingerita da un nuovo ospite, nell’ultimo tratto del tenue, sotto l’azione dei succhi enterici, si libera un’ameba con 4 nuclei, i cui 4 nuclei si separano dando luogo alla formazione di amebule mononucleate; queste, giunte nel cieco e nel colon ascendente, si trasformano in trofozoiti in forma minuta.
- Trofozoita in forma istolitica : rappresenta la fase patogena della vita vegetativa dell’ameba, a sviluppo intratissutale, che si osserva nel 10% circa delle infezioni. Si distingue dalla forma minuta per il diametro maggiore, di 20-30 micrometri, i movimenti più vivaci e per il fatto di essere ematofaga. I trofozoiti istolitici attraversano la mucosa intestinale soprattutto per l’attività di enzimi proteolitici e si diffondono negli strati profondi della sottomucosa, dove determinano fenomeni di necrosi litica che portano alla formazione delle tipiche ulcere e alla comparsa dei segni clinici della malattia (anche se non sempre l’invasione dei tessuti della parete si accompagna ad una sintomatologia, come è dimostrato dalla comparsa di ascessi epatici in soggetti senza una storia precedente di episodi dissenterici).
Possono quindi invadere gli strati muscolari e la sierosa con conseguente peritonite o lisare le pareti vasali con localizzazione metastatica al fegato attraverso il circolo portale e di qui eventualmente ad altri organi (polmoni, cervello, milza), dove possono provocare la comparsa di ascessi.
Le localizzazioni extraintestinali sono sempre secondarie a quella intestinale, anche subclinica.
la forma istolitica si ricontra nelle feci dissenteriche; tuttavia, se le lesioni sono piccole e limitate, può avere inizio il prcesso d’incistamento, ritrovandosi così nelle feci sia il trofozoita che le forme precistica e cistica