Causata da insetti (pidocchi) dell’ordine Phthiraptera.
Hanno elevata specificità per l’ospite. L’uomo può essere parassitato da due specie, Pediculus
humanis e Phtirus pubis (piattola o pidocchio del pube). Pediculus humanis ha due varianti, una infesta la testa, l’altra il corpo e i vestiti. Morfologicamente sono uguali, possono incrociarsi ma mantengono la loro preferenza territoriale.
Tutti i pidocchi si nutrono del sangue dell’ospite direttamente da un vaso sanguigno che
raggiungono grazie al loro particolare apparato buccale dotato di stiletto.
Pediculus humanus capitis: la femmina è più grande del maschio (3-4 mm); grigio chiaro,
di forma ovoidale, appiattiti dorso-ventralmente. Hanno vita di 40 gg circa, depongono anche 300 uova che vengono cementate alla base del capello. Le uova sono ovali, di colore indefinito simile alla cute, si schiudono dopo 8 giorni e rilasciano le ninfe, che maturano in 10 gg.
Pediculus humanus corporis: morfologicamente identico, ha come habitat i vestiti sulle cui fibre depone le uova. Il lavaggio li elimina quindi gli infestati sono caratterizzati da scarsa igiene personale.
Phtirus pubis: è più corto e più largo, presenta artigli più lunghi con cui si aggrappa ai peli dell’ospite. Cementa le uova alla base dei peli, hanno colore bruno chiaro. Colpisce pube, ascelle, ciglia, sopracciglia, barba.

Pediculosi del cuoio capelluto
Epidemiologia: si ritrova ovunque. Un fattore predisponente è l’affollamento. Non vi è sicura associazione con cattiva igiene e povertà. È più frequente nei bambini e nelle femmine. Il contagio avviene per contatto testa-testa e meno tramite pettini o cappelli.
Clinica: prurito a livello del cuoio capelluto. Può verificarsi un’infezione piogenica secondaria al grattamento, con impetigine localizzata che può portare anche linfoadenopatia. È più facile ritrovare uova rispetto a parassiti adulti. Si possono scambiare le uova schiuse con la forfora.
Terapia: malathion, un insetticida che va lasciato in sede per 15 minuti seguito da un lavaggio accurato. Si ripete dopo 8 giorni. Si può usare anche permetrina crema 5%, lasciata in sede per 10 minuti, da riapplicare dopo 8 giorni. In caso di sovrapposizione batterica, somministrare antibiotici.

Pediculosi del corpo
Epidemiologia: diffusa in tutto il mondo, soprattutto nei barboni. La trasmissione avviene per contatto corporeo e per scambio di vestiti parassitati.
Clinica: prurito. È dovuto alla sensibilizzazione ad antigeni salivari del parassita. Si ha grattamento in tutto il corpo e se dura da molto tempo si può avere pigmentazione diffusa e linfoadenopatia generalizzata dovuta a sovrapposizione batterica.
Il pidocchio del corpo può essere vettore di tifo epidemico, febbre delle trincee, febbre ricorrente (Rickettsie e Borrelia).
Terapia: disinfestazione dei vestiti con lavaggio con acqua calda (> 60 °C) o con lavatura a secco.

Pediculosi del pube
Epidemiologia: l’incidenza non è molto conosciuta, ma pare sia più frequente in giovani adulti sessualmente attivi. Infatti l’infestazione avviene per stretto contatto fisico, meno tramite indumenti o contatto con peli infestati.
Clinica: prurito, soprattutto la notte. L’esame dell’area pubica mostra i parassiti e le lendini adese sui peli. Si possono trovare anche in altre sedi (ascella, ciglia...). Si possono osservare inoltre le feci del pidocchio, come puntini color ruggine, sulla cute o sugli indumenti intimi. Raramente compaiono le macule cerulee, chiazze bluastre sul tronco o sull’addome dovute all’azione del secreto salivare del parassita sul sangue dell’ospite.
Terapia: se localizzata sulle ciglia, ossido giallo di mercurio 2% in unguento oftalmico 2 volte al giorno per 8 giorn. Se sono pochi si possono asportare con una pinza, risolvendo subito il problema.
Nelle altre sedi, malathion nella stessa modalità espressa precedentemente.