Il dibete mellito si caratterizza per la presenza di una micro e di una macro angiopatia.
L'alterazione istologica alla base della microangiopatia è rappresentata dall'ispessimento della parete dei capillari, arteriole e venule, con precipitazione di materiale amorfo, PAS-positivo, costituito da mucopolisaccaridi acidi e da alterazioni a carico dei periciti.
Oltre alle alterazioni vascolari si osservano modificazioni emoreologiche con un aumento della viscosità e aggregabilità.
La microangiopatia si verifica anche a causa di altre condizioni morbose, quali l'ipertensione e l'arteriosclerosi, che possono concorrere nel definire il quadro clinico.
La retinopatia diabetica pura comprende una forma semplice ed una proliferante.
Retinopatia semplice: si caratterizza per la comparsa al polo posteriore di microaneurismi, emorragie, essudati cotonosi o molli (espressione di ischemia retinica con necrosi fibrinoide dello strato delle fibre), essudati duri (depositi lipidici segno di diffusione di materiale ad alto peso molecolare al di fuori dei vasi), anomalie del calibro venoso e da anomalie vascolari intraretiniche. E' tipica la comparsa di aree di non perfusione capillare in media periferia (ben evidenti alla fluorangiografia) ed edema maculare.
L'edema maculare può essere focale (localizzato) o diffuso e nel tempo tende ad assumere un aspetto cistoide poichè il liquido si accumula in spazi (cellette) rotondeggianti.
Retinopatia diabetica proliferante: sulla retina si sviluppa un tessuto fibrovascolare, la cui origine è legata al grado di ipossia e all'estensione delle aree di ischemia capillare.
Si possono osservare diversi stadi:
  1. Proliferazione sul piano retinico: si osserva lo sviluppo di fini vasi neoformati sul piano retinico in corrispondenza degli incroci arterovenosi (facile sede di laterazioni emodinamiche).
  2. Proliferazione sulla papilla ottica: si osserva, in questo caso, inizialmente la comparsa di fini neovasi sul disco ottico, che rapidamente aumentano le proprie dimensioni e invadono il corpo vitreo.
  3. Proliferazione vitreale: ciuffi neovascolari si insinuano nel gel vitreale, dapprima senza supporto fibroso (vasi nudi), in un secondo tempo per la proliferazione connettivale, i vasi vengono circondati e trasformati in cordoni (condensazione connettivale). Sono facili le emorragie, per vasi fragili ed anormali, che intorbidano il vitreo e che facilitano la progressione della crescita connettivo-vascolare.
  4. Fase cicatriziale: i vasi neoformati vanno incontro a progressiva obliterazione, la componente connettivale retraendosi provoca una separazione del vitreo della retina. Tale separaione, a causa dei ponti fibrovascolari di connessione tra retina e vitreo, provoca un distacco trazionale della retina.
  5. Complicanze. Specialmente nelle fasi più avanzate è possibile osservare la comparsa di cataratta, di distacchi regmatogeni, rubeosi iridea (per lo sviluppio di neovasi sulla superficie dell'iride), glaucoma neovascolare e atrofia del bulbo.
Terapia: l'evoluzione della retinopatia diabetica dipende, specialmente nella forma semplice, dal controllo metabolico della malattia di base.
La comparsa di fenomeni proliferativi, invece, è sempre irreversibile e porta inevitabilmente alla cascata degli eventi descritti.
Per cercare di rallentare l'evoluzione della retinopatia si procede ad una fotocoagulazione argon laserr delle aree ischemiche per evitare il rilascio di fattori di crescita vascolari. In presenza di neovascolarizzazione, specialmente papillare, il trattamento fotocoagulativo si deve estendere a tutto l'ambito retinico (trattamento panretinico), risparmiando solo la regione maculare. Il trattamento ha lo scopo di distruggere metabolicamente e funzionalmente la retina sofferente per salvaguardare la regione maculare.
Nella retinopatia diabetica proliferante nel caso di emorragie vitreali recidivanti, distacchi trazionali con coinvolgimento maculare o distacchi misti trazionali-regmatogeni è indicato un approccio chirurgico che prevede una vitrectomia con progressiva interruzione ed asportazione delle membrane fibrovascolari e trattamento endofotocoagulativo.