Come facilmente intuibile, sono farmaci in grado di inibire l'aggregazione piastrinica.
Usi terapeutici: prevenzione delle trombosi anche in pazienti sottoposti ad angioplastica e sostituzione valvolare.
Usati in associazione hanno spesso effetto sinergico.
- Acido acetilsalicilico-ASA (Cardioaspirin, Ascriptin): blocca la cicloossigenasi 1 (COX1) in maniera irreversibile (la piastrina priva di nucleo non può produrne di nuova) con mancata produzione di trombossano A2 a blanda azione aggregante ma potente azione vasocostrittrice. Possibili problemi gastrici.
- Dipiridamolo: stimola il cAMP piastrinico. Da solo, ha effetto scarso o nullo, ma usato in associazione ad ASA o Warfarin è utile nella profilassi della tromboembolia nei portatori di valvole cardiache.
- Ticlopidina: blocca il recettore per le purine associato all'ADP con conseguente inibizione della produzione di cAMP e blocco dell'aggregazione piastrinica. L'effetto si ha progressivamente in 8-10 giorni e si protrae per diversi giorni dopo la sospensione. Può dare nausea, vomito, diarrea, neutropenia, trombocitopenia, porpora trombotica trombocitopenia; necessita quindi, di un monitoraggio periodico dell'emocromo con formula e conteggio piastrinico.
- Clopidogrel: analogo alla ticlopidina ma presenta meno effetti indesiderati. Usi terapeutici: prevenzione della sindrome coronarica acuta senza innalzamento del tratto ST (angina instabile o IMA senza Q) in associazione con ASA.
- Antiaggreganti piastrinici di uso ospedaliero: bloccano la glicoproteina alfa2beta3, che si trova sulla superficie piastrinica, avente funzione di recettore per il fibrinogeno e il fattore di Von Willerbrand; impediscono quindi, l'aggregazione piastrinica e la retrazione del coagulo. Sono: Abiciximab, Eptifibatibe e Tirofiban.